Il tavolo dove lavoro: dove scrivo (ancora? sempre). Pieno di molte cose, penne, appunti, altri libri, tazza di caffè vuota, blocco notes, perfino la guida di New York. Questo tavolo è comunque sempre una piattaforma per decollare, liberarsi di qualsiasi vincolo, essere qualcun altro attraverso la scrittura. Sto percorrendo la magia di un nuovo itinerario – quante pagine già pensate e scritte – stancante, molto vivo, vicino al farsi qualcosa di concreto, una scaletta vivace, energica, particolareggiata da cui partire per questo nuovo itinerario. Diverrà un libro questo mucchio di appunti? Non me lo chiedo mai all’inizio di un’opera. So, però, che dopo il The End, mi sarò meritata un viaggio.
Giorno di sole.
Fa freddo, tira vento, l’aria che non ti accoglie, spinge via le rondini di ieri e quel cielo con le nuvole che si davano la mano; un drago viaggiava per mordere la mela di una mucca capitata davanti a lui.
Nella foto: il mio studio, part.