Quando come questa mattina scendo veloce in studio e lascio chiusa la porta finestra devo solo immaginare quello che sta fuori; mi aiutano gli uccelli, che sembrano cantare giocando, mi aiutano e io penso: c’è il sole. Chiudo gli occhi e mi abbraccio e mi dico che potrà essere una giornata facile, che incontrerò qualcuno che non conosco e saprò sorridergli, che il libro che ho appena iniziato è bello (perché usa parole vicine, dal suono che scivola) e alla fine sarò soddisfatta di me e felice di avere un anno di più. Non è vero niente. Il sole non c’è, quelle nuvole lontane si avvicinano minacciando acqua, tanto che gli uccelli chiudono il becco. Ma io uscirò fuori, sapendo che sorriderò comunque, anche senza grande voglia, perché in qualche modo incontrare la gente riesce a mettermi di buonumore; solo a volte no. Apro un’anta e respiro l’aria esterna, buon odore di vita.
Firenze quando piove