Mi decido a scrivere questo articolo viste le numerose email che ricevo da amici che chiedono consigli. Così questo può diventare uno spazio di vostri interventi e domande o chiarimenti, non so.
Vi racconto come ho cominciato io.
Qualche concorso vinto – perché se è vero che ci sono molti premi fasulli, altri sono seri, ognuno può individuare quelli più vicini alla propria sensibilità.
Voglia di scrivere che avevo, un corso di ‘scrittura’ – serve/non serve, a me è servito, indubbiamente si respira letteratura, ci si trova a contatto con altri che hanno desiderio profondo di scrivere, e i laboratori di Dacia Maraini sono stati interessanti, se non altro conoscere una scrittrice – donna – che porta dietro al suo spessore il contatto personale con altri mondi (vedi Moravia, Pasolini) che fanno parte della nostra ‘grande’ letteratura.
Ecco, due parole sul desiderio profondo, nel senso che scrivere a volte è penoso, faticoso, anche per chi è del mestiere, c’è sempre una grossa fetta di emotività che coinvolge la scrittura e un’altra bella fetta di fatica, quindi la convinzione deve essere profonda, con l’idea che spesso i frutti restano nel cassetto, ma a chi scrive per vera convinzione questo non deve interessare troppo.
Altra fase importante, il mio primo libro uscito, di racconti brevi (Una donna da mare) e l’incontro subito dopo con quella che è stata per lungo tempo la mia Agenzia letteraria: Natoli Stefan & Oliva. Un’agenzia seria di Milano, ma ce ne sono anche altre. L’Agente letterario forse non è essenziale, ma conosce la materia, il polso della situazione editoriale, tratta con editor delle maggiori case editrici e richiede una percentuale a contratto avvenuto.
Questi, i miei primi passaggi fondamentali, poi scrivendo si crea una rete di contatti e occasioni che può amplificarsi o restringersi secondo il momento e la voglia personale di scrivere.
Importante, essenziale, è scrivere, preoccupandosi con amore e puntigliosità del proprio lavoro, senza mai dimenticare che è destinato ad altri.
Il resto viene dopo.
Oggi scrivo e pubblico per la David & Matthaus, e per questa casa editrice ho ideato e curo una collana di testi per bambini che tratta di personaggi famosi del nostro passato recente e più lontano: I GUFI.
In bocca al lupo. A voi, e a me per il mio prossimo.
“Chi scrive sente con forza la necessità di avere degli interlocutori. Di avere al mondo tre o quattro persone, a cui sottoporre ciò che scrive e pensa e parlarne. Non gliene occorrono molte: bastano tre o quattro. Il pubblico è, per chi scrive, una proliferazione e una proiezione di queste tre o quattro persone nell’ignoto e nell’infinito. Queste persone aiutano chi scrive sia a non provare per se stesso una simpatia cieca e indiscriminata, sia a non provare per se stesso un disprezzo mortale. Lo aiutano a difendersi dalla sensazione di farneticare e delirare in solitudine. Lo salvano dalle malattie che crescono e si moltiplicano, come una vegetazione strana e triste, nell’ombra del suo spirito quando è solo.”
Natalia Ginzburg (Mai devi domandarmi)