È facile immedesimarsi in Naoko, volendo scrivere di questo libro, e sentirsi addosso la stessa la malattia di non trovare le parole, o di temere di usarne di sbagliate.
Norvegian wood è una canzone dei Beatles, e il libro è colmo di molte altre canzoni che fanno affiorare stralci di ricordo, eppure la scrittura – struggente, poetica – mi ha trasportata più di una volta, in una foresta innevata e silenziosa, che rievocava l’atmosfera tranquilla e malinconica del romanzo.
La musica traccia un sentiero da seguire leggendo, traccia una colonna sonora dei punti salienti, impone di soffermarsi su certi momenti determinanti e crea un filo che lega i ricordi lontani, e non è mai ‘chiassosa’, aiuta a riflettere, anche a richiamare alla memoria il personale vissuto
Racconta l’adolescenza, Murakami, racconta così bene quel conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli «altri», e divenire vincitori della vita adulta, e il bisogno intoccabile di essere se stessi, di comprendere se stessi, di conoscere più a fondo se stessi, prima di potersi mescolare al mondo degli «altri»
Le ribellioni nelle università, accompagnano la crescita dei protagonisti e creano un riferimento temporale preciso: la storia è ambientata tra gli anni 68 e 70
Le parole sono poetiche, immaginifiche, spingono a viaggiare dall’esuberanza più energica al silenzio profondo con naturalezza. Le parole sanno di meraviglia
È facile alla fine trovarsi come trascinati nel legame di amicizia tra Watanabe e Naoko, che si trasforma in quella forma di amore indefinito e impossibile da precisare.
Forse noi due ci cercavamo molto più di quanto noi stessi pensassimo.
E così abbiamo finito per prendere la strada più lunga e contorta.
Forse io non avrei dovuto fare quello che ho fatto.
Ma non ho potuto farne a meno.
E volevo dirti che la sensazione di intimità e tenerezza che ho provato con te,
è stata un’emozione che non avevo mai sentito prima nella mia vita.
Cit.