
Perdere il lavoro.
Perdere gli affetti.
Smarrire ogni convinzione.
È questo senso imperante di perdita su cui lavora Richard Ford in questo bellissimo romanzo.
E per Joe, che racconta in prima persona l’esperienza di un’estate, è abbandonare ogni sicurezza nei confronti della famiglia, degli affetti, di quello che dovrebbe essere un porto sicuro per un ragazzino di quell’età. La sua voce è chiara nell’imbarazzo, nello stupore e nella comprensione di una forza più grande capace di far crollare, una dopo l’altra, ogni certezza .
Joe ha sedici anni quando si trasferisce con i genitori in una nuova città assediata dagli incendi. Siamo negli anni ’60, nel Montana. Tutto cambia al’improvviso nel nucleo familiare di Joe, la sua voce è il racconto di un fuoco che avanzando velocemente brucia un’intera regione e ogni principio di una famiglia, la sua.
Ma spesso la crescita dall’adolescenza all’età adulta avviene proprio attraverso il dare alle fiamme le tappe e attraverso il dolore che ne segue. Joe ha una voce disincantata, pulita, e senza illusioni segue l’incendio accompagnando il lettore verso il cambiamento da raggiungere attraverso le ceneri di una precedente realtà.