- Michele Gardoni
Leggendo il tuo libro (Isadora Duncan) sono rimasto estremamente colpito da questo personaggio che davvero sembra essere più moderno anche di noi, l’hai cercata tu o è venuta lei a chiederti di parlarci di quel che è stata?
09:52
Sara Cerri
Credo che mi abbia trovato lei. Avevo visto una sua fotografia girando in internet… cercavo una storia, vagavo per i siti e ero arrivata a una pagina sulle donne influenti del passato. Ecco, di quella foto, di quel suo primo piano io mi sono innamorata, o forse dovrei dire che Isadora mi ha catturato con il suo sguardo, il bel naso, il mento volitivo. Da subito è scattato un amore, volevo sapere tutto di lei, e così è stato: ho cominciato a documentarmi prima di scrivere e la documentazione è durata a lungo.
09:55
Michele Gardoni
Leggendo di lei ho capito che ha ancora molto da dire un personaggio così e non solo alle danzatrici. Quali pensi sia stata la sua più grande dote?
10:01
Sara Cerri
Sì, sono sicura anche io che Isadora abbia molto da dire, e come è vero che è un personaggio molto attuale! Isadora ha vissuto come le piaceva, conservando le sue grandi doti di sincerità, generosità, ma anche di istinto e fragilità. Era una donna che viveva senza mai risparmiarsi e perciò ha avuto momenti di grande gloria e felicità, alternati a periodi di grande tristezza e dolore. Basta pensare alla morte dei suoi figli, una morte accidentale, e al dolore grande che ha causato in lei quell’incidente. Ma Isadora – che ha lasciato il teatro per un certo periodo – aveva con sé la sua danza, un grande dono che si era costruito a poco a poco nel tempo attraverso un duro e costante esercizio. E’ stata la sua danza a salvarla dallo sprofondare nella depressione, Isadora sentiva di avere un mondo interiore da raccontare e così ha ripreso a fare.
10:05
Michele Gardoni
Come si dialoga con un personaggio così? Cone si riesce a entrare nel suo modo di pensare?
10:14
Sara Cerri
Passando con il personaggio molto molto tempo. Almeno per me è così. Per carattere non amo lasciare nulla al caso, mi piace sapere tutto di qualcuno se devo scriverne. Quindi dapprima è essenziale la documentazione e poi abbandonarsi proprio al personaggio… pensare come Isadora – come quando si impara una lingua nuova – ecco cosa ho cercato di fare. Lo sai? ti sembrerà strano, forse anche buffo, ma molte volte era lei, durante la notte, a svegliarmi. Voleva raccontarmi qualcosa del suo mondo, e io mi alzavo assonnata e dopo due caffè ero al tavolo di lavoro a raccogliere le sue storie.
10:22
Michele Gardoni
Che rapporto hai tu con la danza?
10:29
Sara Cerri
Ho danzato per qualche anno, amavo e amo questa disciplina. Ma con Isadora si tocca piuttosto l’argomento teatro… le sue danze non avevano nulla a che fare con l’unica danza riconosciuta tra ‘800 e ‘900: la danza classica. La Duncan era contraria alla disciplina della danza classica. Il suo danzare era un raccontare attraverso il movimento la realtà circostante, o anche l’amore per la natura, la complicità degli uomini. Era quindi una danza molto teatrale, che necessitava di grandi spazi, era una grande innovazione per il periodo. La Duncan è riuscita a calcare le scene dei più grandi teatri del mondo per portare i suoi racconti.
10:31
Michele Gardoni
Troverebbe spazio oggi Isadora per le sue idee?
10:40
Sara Cerri
Isadora se lo farebbe lo spazio! In ogni modo e a costo di molti sacrifici. Era una testarda, amante della natura, dialogava con il cielo, con il mare, danzando al ritmo del suono delle onde. Le sue idee rientrano perfettamente nel movimento New Age, ma anche – perché no – Isadora poteva fare parte del movimento Hippie… insomma la nostra cara Duncan è sempre attuale in varie epoche e presente in quelle idee che ricercano un’armonia con la natura, con l’universo stesso. Questo è molto femminile e estremamente attuale, io trovo. Ma attenzione: le sue danze apparivano semplici e fluttuanti, ma nascondevano ore e ore di esercizio e lunghissime prove. Isadora è la madre della danza moderna.
10:44
Michele Gardoni
Una domanda che faccio spesso nelle mie interviste: come possiamo convincere (specialmente giovani) a tornare alla lettura?
10:54
Sara Cerri
Abituandosi a chiedersi le cose, a leggere la realtà che abbiamo attorno. Mi riferisco ai manifesti pubblicitari, ai programmi televisivi, e perché no alle lezioni scolastiche. Pensare, ragionare su ciò che vediamo attorno per capirne il senso, magari parlandone con qualcuno. Secondo me attraverso questi passaggi può essere poi facile lasciarsi andare alla lettura di una bella storia. In fondo leggere è lasciarsi trascinare in un mondo da scoprire, per un’avventura sempre nuova.
10:56
Michele Gardoni
Anche a te capita di avere la sensazione che questo mondo abbia perso la fantasia e i propri pensieri felici? Non ci sarebbe bisogno forse di un bel viaggio all’isola che non c’é?
11:01
Sara Cerri
Sognare può aiutare, in qualsiasi modo, a qualsiasi età. E certo un bel viaggio nell’Isola che non c’è non sarebbe male. Riscoprire piccole cose al di fuori del computer o dei cellulari come pratica per reinventarsi la capacità di sognare è secondo me un esercizio fantastico. Bastano pochi minuti al giorno. Spegnere il mondo per lasciare accesa la fantasia. E arrivo così all’amore: credo che la capacità di provare questo sentimento possa riaprire la porta dei pensieri felici: perché uccide la paura che in fondo è il più grande blocco della mente, alla capacità di provare emozioni.
11:06
Michele Gardoni
Quanto sogni ogni giorno?
11:10
Sara Cerri
Sogno a lungo. Anche leggendo spesso evado dalla pagina con quelle righe di storie per perdermi in un mondo tutto mio e magari continuare l’avventura in prima persona: a occhi aperti. Credo che chi scriva sogni in primo luogo le storie da mettere su carta; per gli altri non so, per me è così. E credo che i miei libri siano comunque dedicati a chi per primo ha conservato anche da grande questa grande capacità di sognare.
11:11
Michele Gardoni
Veniamo ai più giovani, ma sai che hai avuto proprio un’idea geniale con I Gufi? Da dove nasce?
11:18
Sara Cerri
Ho scritto Irena Sendler che si occupa di una eroina della resistenza polacca: una donna che ha salvato 2500 bambini dal ghetto ebraico di Varsavia durante la seconda guerra mondiale. Mi sono detta che ci sono molti personaggi che vale la pena di conoscere, magari toccandone alcuni aspetti. Ho proposto l’idea al mio editore che l’ha accettata con entusiasmo: ecco I Gufi, tanti piccoli libri che ci parlano di un passato recente e dei personaggi di cui abbiamo sentito parlare attraverso una storia narrata che li coinvolge. Molti autori si sono rivelati entusiasti di partecipare al progetto e a distanza di poco tempo siamo già al terzo libro pubblicato… sono libri piccoli, io li voglio così, in grado di narrare un aspetto importante attraverso poche pagine. Libri dedicati ai bambini di otto anni, ma perché no? anche agli adulti che vogliono sapere chi fosse e cosa avesse fatto il tale o il tal’altro personaggio. L’idea mi entusiasma sempre di più.
11:20
Michele Gardoni
Anche questo è un modo per avvicinare alla cultura anche i più piccoli
Scriverai altre biografie anche tu?
11:24
Sara Cerri
Certo, i bambini credo che ameranno questa collana: è veloce come il nostro tempo, ma incuriosisce molto. I testi sono davvero intriganti e scritti con amore e passione. Sicuramente vorrei scrivere di Isadora, ho già un’idea che mi gira per la testa, ma sono in ritardo: leggere i racconti per i gufi e anche parlarne con gli autori, mi porta via piacevolmente molto tempo.
11:25
Michele Gardoni
Con tutto questo materiale ti prepari quindi a un grande tour?
11:29
Sara Cerri
Già: anche i momenti delle presentazioni di Isadora, e anche di Irena, mi prendono parecchio tempo. Ho già parecchie date segnate sul calendario e altre ne verranno. E’ bello incontrare i lettori, anche se io per indole preferisco scrivere in solitudine, so che mi aspettano e cercherò di non tradire le loro aspettative.
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(Michele Gardoni – nato nel 1972 – lavora nelle redazioni di varie testate giornalistiche e network radiofonici importanti. Esperto di blues e jazz, ha maturato una notevole esperienza nel campo della scrittura, divenendo il referente stampa di molti artisti. Di carattere timido e riservato, lascia che a parlare di sé siano i suo scritti. Vive tra Zurigo e Milano, città alla quale è fedele da sempre, anche se ama il mare, cosa che emerge nei suoi scritti. Il suo romanzo d’esordio è Parole che avrei voluto dirti pubblicato nel 2013 e prossimo a essere rilanciato in nuova edizione. Coautore con Maria Castaldo del romanzo Il senno di noi.)