Le città viste dall’alto di un aereo, di notte, sono piccoli astucci che contengono pietre preziose: rubini, zaffiri, brillanti, ametiste, ambre, topazi, zaffiri, perle.
Ho pensato che ricordano la scrittura.
L’autore apre uno scrigno della sua mente, il tesoro è lì, davanti al suo sguardo. Lentamente fa brillare uno a uno i gioielli che la sua mente ha solo intravisto in una visione ‘allargata’. Descrive ogni gemma, protagonista in quel momento, racconta di ognuna la vicenda, le collega insieme attraverso invisibili e impercettibili fili che divengono narrazione, corso degli eventi, avventura avvenuta.
Così nasce uno scritto, in un’atmosfera, con fatica segreta, che sa tanto di sogno. Conduce, lo scrittore, attraverso i colori di quelle pietre, il suo lettore, attraverso gli avvenimenti, il dove, il come, il quando, il perché e a bassa voce, senza forzare, accompagna le pagine nel viaggio dei luoghi del pensiero.
Ecco: il libro.
Nella foto: Pisa al decollo