Ieri sera una grande emozione.
A casa di amici, una cena, una sera come tante, vicino a me un antiquario. Con sé aveva una cartella rigida, che conteneva qualcosa di prezioso: “Oh, non l’avrei portata con me se avessi saputo che avevi altri ospiti.” ha detto al padrone di casa.
“Cosa è?” ha chiesto il padrone di casa
“Dopo cena…” ha promesso con un gesto della mano l’antiquario.
Così ceniamo con polenta taragna, formaggio, spezzatino, crauti e un po’ di curiosa attesa nello sguardo… e a fine, prima dei dolci, l’antiquario Luca ci mostra la cartella di pelle, e la apre sotto ai nostri occhi, senza dire parola. Un magnifico disegno che raffigura un uomo, che sembra parte di un quadro…
“Fine ottocento” afferma l’antiquario.
Io con le mani sulle labbra, emozionata, ma ancora non al massimo.
“L’ho trovato in un mercatino,” ci racconta accarezzando i lato della cartella che contiene il disegno. “Mi batteva il cuore quando l’ho visto e l’ho comprato – per pochi soldi – ma era difficile attribuirne la paternità… poi molte ricerche che hanno dimostrato che il mio intuito era sulla strada giusta: è autentico. È un bozzetto di un particolare di un quadro destinato a un giornale di quel tempo, per far parlare di quel quadro, per accompagnare un articolo. È datato 1886.”
“Oh,” dico io, “che meraviglia.”
Il quadro da cui è tratto è di Manet, e ce lo mostra intero, su internet.
In quell’istante, una commozione fortissima, lì, alla bocca dello stomaco, e qualche lacrima. È stato come vedere vicino a me, Manet, accarezzargli la giacca e avvertire la sua carezza lieve.
Nella foto: Cafe Concert di Edouard Manet